Scrivo

Ho la "cattiva" abitudine di leggere. Mi interessano i libri di divulgazione che trattano di matematica e i libri di letteratura classica. Ultimamente mi è stato fatto notare che si rischia di vivere fuori dal mondo se non si conoscono gli autori contemporanei della letteratura. Sto vagando da un autore all'altro tenendo conto che principalmente mi piace leggere romanzi o racconti.

La cosa più incredibile che mi è venuta in riflessione è che "accidenti! Si scrive molto più di quanto si legge". Nelle librerie noto che vengono sfornati veramente tanti libri e mi chiedo: saranno tutti scritti di qualità, di valenza artistica? Vivo con fastidio la presenza di libri scritti da persone che utilizzano la fama ottenuta per altri motivi, per mettersi in gioco come scrittori.

Di tanto in tanto scrivere è un bisogno primordiale, come bere quando ho sete. Sono parole che nascono dal mondo che vivo, ma ho scoperto che più belle sono le parole che nascono dal mondo che non conosco. Parole che non restano chiuse nel cerchio del proprio io, si allargano per cogliere un cerchio più grande che è quello dell'umanità, della bellezza, della natura e della sua forza.

Le mie parole trovano un senso nella mia personale percezione di essere in questo mondo e un non senso nella natura contraddittoria che mi fa essere tanto razionale. Ragione e creatività, ragione e sentimento, a volte nemiche e tante altre volte amiche. Le mie visioni si traducono nelle parole che cercano di cogliere il filo amico delle due accezioni della persona e non tutto ciò che è scritto è autobiografico.

Le mie parole, che assomigliano a poesia, quelle si sono fatte strada per l'ardore, il dolore, il coinvolgimento che ho avuto in determinate esperienze di vita.

 

 

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